Avrei preferito sentirmi dire “Il tuo film è venuto così male, è così brutto, che ci vergogniamo perfino a distribuirlo.” Invece niente, solo silenzio.

Girato più di un anno fa interamente a Lampedusa, pronto da mesi, “Nour” è diventato così un film che non esiste. Nonostante racconti la storia ”privata” di una bambina siriana che dopo un viaggio estenuante giunge sull’isola senza padre né madre, c’è qualcosa in “Nour” che, incredibile, infastidisce il potere.
Forse perché parla al cuore delle persone? Perché fa vedere una realtà diversa da quella che ci vogliono far credere? Molto meglio allora farlo sparire questo film, dissolverlo nel nulla come se non fosse mai stato fatto. Un delitto perfetto insomma, in cui il silenzio è il miglior alibi possibile.
Fra non molto di questo lavoro costato tanta fatica e soprattutto denaro dei contribuenti, non resterà più alcuna traccia. Per tutti noi che l’abbiamo realizzato è un dolore impossibile da lenire.
Diceva Primo Levi: “…ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”
Maurizio Zaccaro, 20 giugno 2019